La scorsa settimana abbiamo dato ufficialmente il via a una nuova rubrica, con l’obiettivo di approfondire alcuni dei principali fenomeni che stanno interessando l’Automotive. Dopo aver discusso il tema del fabbisogno di chip nella logistica del settore, oggi vogliamo portare alla vostra attenzione un argomento di cui, probabilmente, non si parla ancora abbastanza: la trasformazione che sta interessando la mobilità in Norvegia, che oggi punta prevalentemente sulle auto elettriche.
Se c’è un Paese che, nel silenzio generale, sta rivoluzionando l’Automotive tradizionale, è proprio la Norvegia. La nazione scandinava, in particolare, da tempo ha avviato programmi, progetti e attività volte a ridurre l’inquinamento e il riscaldamento globale.
I dati del 2020 parlano chiaro. Lo scorso anno, è diventata il primo Paese al mondo in cui il numero di auto elettriche vendute ha superato quello di benzina, diesel e ibrido. Le vendite di auto elettriche sono aumentate del 42% rispetto al 2019: delle 141.412 nuove auto vendute, nel 2020 circa 76.789 sono state completamente elettriche.
Si tratta, evidentemente, di un caso molto particolare. Al momento, potremmo anche definirlo unico su tutto il territorio europeo.
Alla base del fenomeno “auto elettriche” norvegese
Quali possono essere i motivi alla base di un fenomeno così particolare? Inoltre, possono replicarsi nel nostro mercato?
Alcuni studi, condotti anche nel corso degli anni precedenti, hanno evidenziato alcune delle possibili cause che possono aver favorito lo sviluppo di un mercato dell’auto incentrato sull’elettrico:
- innanzitutto, la Norvegia ha spinto molto sugli incentivi alle auto elettriche; dopo un ragionamento attento e ponderato, il governo norvegese ha scelto di promuovere incentivi che equiparino il costo di un’auto elettrica a quello di un’auto a benzina o diesel. Ma non solo, questo costo potrebbe addirittura essere inferiore per le elettriche.
- secondariamente, la Norvegia può vantare una tassazione agevolata. Questo non solo in termini di esenzione dall’IVA, ma anche di una serie di altri piccoli vantaggi molto interessanti (oltre che incentivanti per chi ha necessità di acquistare un’auto). In Norvegia, infatti, le esenzioni riguardano anche le tariffe autostradali e gli eco-pass per i centri urbani. Senza escludere il fatto che per le auto elettriche i parcheggi sono gratuiti, così come i passaggi sui traghetti. Allo stesso tempo, possono circolare anche sulle corsie preferenziali. Non dimentichiamo, inoltre, che in Norvegia le auto elettriche possono contare su un riduzione del bollo, se non addirittura sul suo azzeramento.
- in terzo luogo, l’importante tema della ricarica. Su tutto il suolo norvegese sono stati installati circa 8mila punti di ricarica, rendendo gratuite le colonnine pubbliche. Inoltre, se la ricarica viene effettuata dal proprio sistema casalingo, il costo si attesta non oltre i 15 centesimi ogni 10 chilometri.
- altro motivo fondamentale è la forte accezione ambientalista che caratterizza la Norvegia. La nazione, infatti, è forse una delle prime a essersi nettamente schierata nella lotta al cambiamento climatico. Nominata Capitale Europea Verde 2019, Oslo è diventata un punto di riferimento per la Norvegia e per l’Europa, soprattutto in termini di innovazione tech, riconversione ecologica e politiche green. In questo senso, uno degli obiettivi principali della Norvegia è proprio quello di porre fine alle emissioni di CO2, non solo per l’Automotive, ma in generale per tutto il comparto industriale ed economico. Un’idea, questa, che ha stimolato diverse realtà aziendali, portando anche al proliferare di numerose startup che hanno cercato di rivedere i principali settori in chiave green.
Automotive green nel futuro della Norvegia
Il governo norvegese sta lavorando per rendersi – anno dopo anno – indipendente dal fabbisogno energetico interno dai combustibili fossili.
Già oggi, oltre il 90% dell’energia del paese è ricavata da fonti idroelettriche. Uno studio recente, sottolinea come questo rappresenti un punto di svolta essenziale per dar vita a una serie di attività, l’una conseguente all’altra. Tra queste, infatti, potrebbero derivare un aumento della produzione di batterie e una conseguente diminuzione dei costi.
Per concludere, quindi, possiamo dire con certezza che il modello adottato dalla Norvegia è un punto di riferimento da cui partire. Tanto a livello pratico, quanto a livello di discussione. Gli spunti di riflessione sono molti e, tal proposito, vi chiediamo: secondo voi, un modello simile, potrebbe essere riproposto anche nel nostro mercato?
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