Da appassionato di auto d’epoca, ma anche di auto in generale, in un panorama Automotive così confuso, mosso da logiche di mercato che pochi di noi riescono a capire, dove la soddisfazione di possedere un’auto lascia spazio al piano di abbonamento più conveniente, dove il numero di cilindri viene sostituito dal numero di schermi all’interno dell’abitacolo, mi piace pensare che ci sia un mercato che viene invece movimentato e alimentato dalle emozioni. Quello che è conosciuto da tutti come mercato delle “auto d’epoca”.
Il settore, in questi anni, ha avuto una crescita esponenziale, con i due appuntamenti nazionali per il mondo delle auto d’epoca, “Auto Moto d’Epoca” e “Milano Auto Classica” che hanno raggiunto un pubblico combinato di oltre 200.000 visitatori. Oltre agli spettatori anche il giro d’affari è cresciuto di pari passo, esempio su tutti la Mercedes Coupé 300 SLR Uhlenhaut del 1955 è stata battuta all’asta a Maggio 2022 per la cifra record di 135 milioni di euro.
Il lato umano delle auto d’epoca
Oltre a questi ci sarebbero altri mille fattori da analizzare per capire le logiche economiche di questo scenario, un articolo di poche righe non basta per trattarle tutte, ma mi voglio soffermare sul lato più umano che traspare da quello che oggi chiamiamo mondo delle auto d’epoca.
Che cosa spinge un appassionato a pagare decine di migliaia di euro per portare nel suo garage un’auto vecchia, a volte fragile e che potrà guidare solo pochi giorni all’anno? Un’auto d’epoca non può neanche essere la più veloce o la più avanzata tecnologicamente, si è affascinati da un certo tipo di vettura solo per la storia che essa rappresenta, in grado di emozionare profondamente l’appassionato, riportandolo con il pensiero al tempo in cui quella vettura era al suo apice, e tutto questo indipendentemente dall’aver vissuto o meno quel determinato periodo storico.
Guardando questo mercato, non solo dal punto di vista dell’acquirente ma anche dal punto di vista del venditore, è possibile osservare che anche la logica del prezzo è sempre più influenzata dalla componente emotiva, le vetture che hanno un prezzo più alto non sono quelle che hanno più optional o meno kilometri, ma sono quelle che hanno una storia affascinante e ben documentata: autovetture appartenute a personaggi famosi , vetture che sono apparse in un determinato film o che hanno preso parte a una particolare edizione di una corsa automobilistica.
Ancora una volta è possibile capire come dietro la vendita di una vettura di questo tipo ci sia una componente emotiva che nessuna strategia di marketing o campagna pubblicitaria può influenzare. Forse l’unica strategia di vendita vincente è l’abilità del venditore nel raccontare la storia della vettura che sta proponendo.
Solo un aneddoto: un signore si rivolge alla nostra concessionaria per l’acquisto di una Saab Cabrio delle più recenti, in quel momento noi non avevamo da proporre quel tipo di vettura ma avevamo solamente una youngtimer Saab Decapottabile del 1999. Il cliente non aveva minimamente preso in considerazione questo modello ma la nostra vettura aveva una storia, che iniziava dal primo ordine fino a quando era stata ricomprata per offrirla a un nuovo appassionato, tutto era stato documentato dal primo intervento sino all’ultimo.
Il cliente, nonostante la sua iniziale perplessità, ha deciso di scegliere questa automobile perché coinvolto in una storia che sempre di più si vuole condividere tra appassionati.
Questa componente emotiva rappresenta però anche un’incognita per il futuro, i principali clienti di questo tipo di mercato sono persone che, passati venti o trenta anni da quando hanno conseguito la patente, riescono ad acquistare l’auto che tanto sognavano, complice una situazione economica più agiata.
Ma se guardiamo ai giovani di oggi, per molti di loro l’auto non è tra la priorità, forse non hanno nemmeno un’auto dei sogni.
E chissà se le vetture che sono adesso in produzione saranno in grado di emozionarci anche fra qualche decennio, come sanno fare le attuali auto d’epoca.
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